Al Museo d’arte contemporanea di Lissone, dal 28 ottobre al 27 gennaio 2008, si svolge un evento che vede i due celebri fratelli in un serrato confronto pittorico.
Settanta opere, in gran parte dipinti, evidenziano con chiarezza il percorso artistico di entrambi, dopo un iniziale cammino di formazione parallelo. Nel 1912 i due si dividono: Giorgio (1888-1978) lavorerà definitivamente con la pittura, mentre Andrea (1891-1952) assumendo lo pseudonimo di Alberto Savinio, si dedicherà alla musica e alla letteratura, per tornare alla pittura solo nel 1925.
La mostra, curata da Luigi Cavadini, direttore artistico del Museo di Lissone, e da Silvia Pegoraro, storica dell’arte che si occupa da tempo dei fratelli De Chirico, è accompagnata da un catalogo edito da Silvana editoriale, introdotto dai testi dei curatori e con la riproduzione a colori di tutte le opere in mostra.
L’esposizione, che si intitola Colloquio, titolo tratto da un lavoro di Savinio del 1932 che rappresenta Oreste e Pilade, tema piuttosto ricorrente nei quadri di entrambi, offre la possibilità di ammirare opere note al grande pubblico, ma anche dipinti e disegni inediti, grazie soprattutto alla grande disponibilità dei molti collezionisti italiani che hanno aderito alle richieste di prestito, mostrando così il positivo apprezzamento nei confronti del Museo di arte contemporanea che ospita l’evento.
E’ dunque possibile ammirare le opere dell’incontestabile padre della Metafisica accanto a quelle del suo stravagante fratello. Isole incantate, luoghi magici, paradisi artificiali colti con i pennelli e collocati sul pavimento o su qualche mobile e poi a fianco, vicini di parete, straripanti e geniali, i lavori del fratello Savinio.
E così, attraversando le sale del museo di Lissone, risulta evidente il ruolo di primo piano occupato dai due fratelli nell’arte del Novecento, ricordando le parole di Giorgio che fu sempre fedele alla massima che avrebbe proclamato poi negli anni della piena maturità: “ Bisogna essere non già originali, bensì originari ed effettuare il grande viaggio a ritroso verso le origini.”