GEORGES MATHIEU, 1948-1969

Presso la Galleria Agnellini di Brescia si inaugura, a metà ottobre, la mostra di Georges Mathieu, uno dei grandi Maestri del ventesimo secolo. In esposizione circa 25 opere, di cui una parte è stata visibile anche a Milano, in anteprima, presso il Centre Cultural Français.

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Brillante astronomo dell’immaginario, come lo definisce Gérard Xuriguera, l’artista francese, combattente e contestatore, ha sempre creato i suoi capolavori con una enorme velocità, spesso criticata, e con una veemenza tale da fargli affermare: La mia pittura è la pittura dell’energia, della febbre, dell’eccitazione della vita. Nelle sue opere infatti il segno precede il significato e, grazie alla rapidità dell’atto artistico, la mente non ha il tempo di imporre i suoi schemi razionali. Eppure ciò che ne deriva non proviene dall’automatismo che procede dall’inconscio, ma da un alto tenore emozionale che raramente diventa onirico. I ritmi in costante crescita, l’immediatezza e la grande libertà dell’improvvisazione creano figurazioni favolose, magiche battaglie medievali, simboli di conflitti più contemporanei, espresse con tratti e segni al massimo della tensione. Il suo corpo a corpo con le enormi tele origina eventi spettacolari che hanno preceduto la pratica delle performance. 1962-Les-Philistins-marchenMathieu, infatti, si cimentava spesso con delle vere e proprie esibizioni dal tono teatrale, in cui la pittura materica e concitata diveniva azione, gesto, parola primordiale. Le astrazioni di segni su sostanza ruvida lo portarono ad avere un primato nella pittura d’azione, anticipando i dripping del più noto collega americano Pollock.

Il suo libero stile calligrafico, spesso criticato dagli studiosi perché troppo virtuoso e decorativo, si tiene invece bene alla larga dalle insidiose ripetizioni, da comodi moduli di base, da sistemi seriali. Il suo vocabolario è pregno di ramificazioni grafiche e gorghi di colore, come scrive Xuriguera, che danno come risultato opere dall’altissimo coefficiente drammatico. 1961-Saint-Georges-terrassaIntellettuale instancabile, non ha mai smesso di dare il proprio parere sul ruolo e sulla funzione dell’artista nella società. Convinto di dovere intervenire in ogni campo dello scibile, in proposito scriveva: Bisogna vivere e partecipare, non soltanto essere e contemplare. La pittura sarà agita. Si è interessato di filosofia e letteratura, ma anche di oreficeria ed arazzi, manifesti pubblicitari e arredamento, scultura e medaglie, come testimoniano i suoi testi ed alcuni pungenti scritti che non gli hanno risparmiato aspre critiche dai suoi detrattori.

 

Tra gli artisti francesi più rappresentati nei musei di tutto il mondo, Georges Mathieu, nonostante abbia ostinatamente rifiutato i riferimenti stabili, le costrizioni formali e gli incasellamenti stilistici, resta un figlio dell’Informale, la più nota e pubblicizzata rivoluzione artistica prodottasi in Europa nel secondo dopoguerra. 1958-Retraite-d-Hugues-de-P

La sua indiscussa e riconosciuta grandezza, rivelata in un lungo e coerente cammino mai rinnegato, fa ancora tanto clamore al punto che Alfred Pacquement, attuale direttore del Centre Pompidou di Parigi, così scrive in ricordo del suo lavoro: Come sempre, solo la pittura sopravvive al tempo, lontano dalle discussioni del momento… Questo è l’essenziale.   

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