Superstudio 50

Crediamo in un futuro di architettura ritrovata, in un futuro in cui l’architettura riprenda i suoi pieni poteri, abbandonando ogni sua ambigua designazione e ponendosi come unica alternativa alla natura.” Così scrivevano, già nel 1969, i fondatori di uno tra i gruppi più influenti delle neoavanguardie, nel panorama artistico mondiale. Parliamo di Adolfo Natalini e Cristiano Toraldo di Francia, cui presto si aggiungeranno Gian Piero Frassinelli, Alessandro Poli ed i fratelli Roberto e Alessandro Magris.

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Il gruppo, tra gli iniziatori della cosiddetta “Architettura Radicale”, e successivamente impegnato in un tentativo di rifondazione antropologica della stessa, propone un allargamento di campo ed un totale ripensamento dell’architettura e del design, attraverso un universo di oggetti stranianti e visioni distopiche. Convinti che l’architettura possa essere un mezzo per cambiare il mondo, si impegnano per una progettazione astratta di entità platoniche, neutrali e disponibili.

Roma, 20 04 2016 Museo MAXXI. Inaugurazione della mostra SUPERSTUDIO 50. ©Musacchio & Ianniello ****************************************************** NB la presente foto puo' essere utilizzata esclusivamente per l' avvenimento in oggetto, per una ripresa dello stesso o comunque per pubblicazioni riguardanti la Fondazione MAXXI ********************************************************

Il MAXXI, a Roma, dedica al gruppo una grande retrospettiva: SUPERSTUDIO 50, nel cinquantesimo anniversario della sua fondazione (1966-2016). La mostra raccoglie e presenta oltre 200 tra installazioni, oggetti, opere grafiche, fotografie, pubblicazioni, che coprono l’intero percorso e l’evoluzione del gruppo, materiali provenienti in larga parte dal loro archivio, alcuni mai esposti prima, che entreranno a breve nella collezione del Museo.  Una parte dell’esposizione è dedicata poi alla produzione video, insieme ai 5 film Gli Atti Fondamentali (Vita, Educazione, Cerimonia, Amore, Morte, 1972-73), il più ambizioso tentativo di Superstudio di affrontare la relazione fra vita e progetto. Il collettivo fiorentino, formato da veri architetti visionari, propugnando una architettura della superproduzione, del superconsumo e della superinduzione, si fa conoscere al grande pubblico per la forza delle immagini e per l’incredibile varietà delle creazioni. Si dedica alla ricerca e alla didattica, insegnando nella facoltà di architettura di Firenze ed in varie scuole internazionali. Fantasticando sul “monumento continuo” e su una architettura tutta egualmente emergente, in un unico ambiente continuo, il gruppo fa della sperimentazione diretta (il fare come pensare), della manualità, dell’uso e del comportamento, dei veri e propri strumenti di riappropriazione personale e dell’ambiente. Al limite tra progetto e performance, il lavoro di Superstudio è sempre caratterizzato da una intensa dialettica tra l’oggetto e la sua rappresentazione. Verso la metà degli anni ottanta, Superstudio si scioglie,  e ciascuno dei suoi componenti si dedicherà ad attività individuali. 05_maxxi_superstudio50_salvataggifirenze

Passeggiando tra le sale del MAXXI, stimolati da immagini stranianti e seducenti, ancora si respira l’energia e lo spirito creativo di quegli anni. Superstudio è stato un movimento ai confini del concettuale, sempre sfuggito a etichette chiare e identificabili.

 

Trasversale, metafisico, indefinibile, sempre nuovo, e sempre oltre, il lavoro di questi artisti straordinari, come ha detto Giovanna Melandri, Presidente del MAXXI, “influenzando l’immaginario collettivo, ha davvero anticipato, in modo quasi profetico, temi ancor oggi di assoluta attualità.”

 

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