Nonostante la mia ancestrale, inguaribile pigrizia e nonostante le improbabili temperature estive, oggi mi sono faticosamente trascinata fino ad una meta per me ancora sconosciuta: Palazzo Massimo alle Terme. Certo, siamo in zona Termini e chi abita a Roma sa che non è proprio il luogo ideale per passeggiare, ma, superata la diffidenza iniziale, ho spalancato la grande porta a vetri e sono entrata. All’improvviso è stato come varcare la soglia del tempo ed immergersi negli anni d’oro dell’età classica. Palazzo Massimo è un grandioso edificio ottocentesco che lo Stato Italiano ha acquistato nel 1981, destinandolo a sede complementare del Museo Nazionale Romano. Aperto al pubblico nel 1995, il museo è oggi pienamente operativo. Tra grandi sale e gallerie lungo due piani ed un sotterraneo, il visitatore viene condotto al cospetto di opere d’arte di età repubblicana, imperiale e tardo antica. Inutile tentare con pochi aggettivi di spiegare la sensazione di grandiosità e improvviso stupore che questo luogo ha sortito sulla mia persona.
E’ stato come immergersi in un sogno: sculture, mosaici, pitture, iscrizioni, alabastri, sarcofaghi e marmi preziosi mi si sono parati davanti con tutta la loro regale magnificenza e, in un batter d’occhio, risucchiata dalla spirale del tempo, mi sono ritrovata con chitone e peplo ad attraversare gallerie semideserte e vaste sale silenziose. Ho incontrato Afrodide, la Fanciulla di Anzio, il Satiro flautista, l’Ermafrodito dormiente, la Niobide degli Horti Sallustiani, il mitico Augusto, il cosiddetto Principe ellenistico e poi lui, il più bello, il più sensazionale, l’insuperato Pugile. Se pure seduto con il respiro affannoso ed i baffi incollati al labbro superiore dal sudore, cattura completamente lo sguardo del visitatore. Il torace è villoso e muscoloso, il viso è quello di un uomo maturo, l’insieme è imponente e pieno di dignità. Nonostante siano ancora visibili i segni dell’ultimo match, l’occhio destro è ferito, le orecchie sembrano gonfie, il naso è rotto, il Pugile è un capolavoro assoluto di perizia tecnica. La statua è databile al I secolo a.C. ed è un misto tra classicismo e realismo pienamente ellenistico. Non la ricordavo così bella. L’ho studiata sui libri a scuola e spiegata tante volte ai miei alunni, ma oggi, soltanto oggi, mi sembra di vederla davvero per la prima volta.
http://www.museonazionaleromano.beniculturali.it/it/170/palazzo-massimo