ARTE AL CASTELLO
Le
vacanze sono fatte per rilassarsi, riposarsi, lasciarsi alle spalle
le fatiche quotidiane, lo sanno tutti. Io però non ci riesco. Sono
perennemente in movimento, in realtà poco fisico e più mentale. E
quindi anche quando sono in ferie, mai paga di questa enorme fortuna,
vado sempre alla ricerca di mostre da vedere, eventi o sagre cui
partecipare, mercatini in cui curiosare. Questa volta, però, non mi
sarei mai aspettata di trovare artisti locali e contemporanei in
esposizione nel castello di Brunico.
Si
tratta di una mostra collettiva dell’associazione EPL-Ert, nel 60°
anno della fondazione, dal titolo: Noi
Ladini, popolo delle montagne,
aperta fino al 27 settembre prossimo. Christian Verginer, Fabian
Feichter, Margareth Forer, Lois Rottonara, Helmut Pizzinini, Mattia
Maldonado, Gabriele Grones, Josef Irsara, Guido Tavella sono alcuni
dei nomi degli artisti presenti. Si tratta di lavori che invitano ad
una riflessione sul nostro rapporto con la natura, tema quanto mai
attuale, su quanto ne facciamo ancora parte o le siamo diventati
estranei.
L’esposizione,
in realtà, si intreccia visivamente con le opere della collezione
del MMM Ripa, una delle cinque strutture che compongono il Messner
Mountain Museum, le cui tematiche sono strettamente interconnesse.
Sto parlando di tutti quegli oggetti d’uso quotidiano e rituale che
il notissimo Reinhold Messner, alpinista ed esploratore di fama
mondiale, ha raccolto nei suoi viaggi e che oggi sono esposti nel
castello di Brunico, in provincia di Bolzano. Sculture di ogni angolo
del mondo, tende ed allestimenti originali, reperti carichi di
fascino e di storia che riescono a tenerti incollato al percorso
museale previsto.
Agli
occhi del visitatore si aprono i misteriosi mondi del continente
africano e dell’Oceania, i ritrovamenti preistorici in Giordania,
gli Indios delle Ande, gli abitanti dell’Himalaya, la collezione di
maconde della Tanzania, costumi e abiti tradizionali, arredi ed
oggetti di uso quotidiano invariati da secoli. Reperti risalenti alle
grandi religioni dell’Asia e collezioni intere di armi, cassapanche
nuziali e svariate porte intese come possibilità di accesso a
culture sconosciute. Porte e portoni provenienti dalle zone di
montagna di tutto il mondo. Diverse nella forma e nella fattura, ma
la cui funzione è sempre quella di costituire un passaggio tra due
ambienti, il dentro ed il fuori, il noto e lo sconosciuto.
Insomma,
la visita al castello di Brunico è stata per me una vera scoperta.
Giunta per ammirare la nota fortificazione medievale, voluta dal
principe vescovo di Bressanone, Bruno von Kirchberg, non mi sarei mai
aspettata di compiere un viaggio così intenso in dialogo serrato con
la montagna come luogo di incontro. Antiche civiltà e nuove proposte
accomunate dall’appartenenza ad un territorio montano vissuto come
identità culturale.
“Il paesaggio di montagna, ovunque esso sia, è diviso in due parti. La sommità è di nessuno, la parte inferiore appartiene agli abitanti del luogo e il tutto, forse per un istante, a coloro il cui sguardo riesce a comprenderne tutte le sue parti dall’alto in basso, fino all’orizzonte.” (R. Messner)
Il
percorso espositivo si conclude con un pannello che sotto recita: E’
prerogativa del pubblico recepire ciò che lo riguarda o rifiutare
ciò che lo lascia indifferente.
www.ladinart.org
www.messner-mountain-museum.it