Il 17 luglio si è conclusa, a Palazzo Cipolla a Roma, la mostra London Calling, un evento che ha richiamato una grande fetta di pubblico, tra cui, in prima linea, tutti gli estimatori dell’arte contemporanea londinese.
In esposizione 13 artisti appartenenti a diverse generazioni, nati nell’arco di cinque decenni, tra il 1937 e il 1978, che hanno respirato il fermento creativo della capitale britannica negli ultimi decenni: David Hockney, Michael Craig-Martin, Sean Scully, Tony Cragg, Anish Kapoor, Julian Opie, Grayson Perry, Yinka Shonibare, Jake e Dinos Chapman, Damien Hirst, Mat Collishaw, Annie Morris e Idris Khan.
La mostra è stata un occasione per ammirare opere e materiali assai diversi: dalla pittura all’installazione, dalla scultura all’oggetto feticcio (una borsetta in edizione limitata ed un vaso tradizionale cinese decorato), dai video alla fotografia, dal disegno alla ceramica, spaziando attraverso una serie di tematiche quali la vita quotidiana, il confino, l’esplorazione dell’essere umano, il paesaggio, la politica, la religione, la storia dell’arte, la letteratura, la musica, il genere, la violenza o il rapporto tra la vita e la morte.
I curatori Maya Binkin e Javier Molins, supportati da gallerie e collezioni internazionali, hanno proposto dunque uno spaccato dell’attuale scena artistica londinese attraverso una serie di opere iconiche a cui hanno fatto da contraltare alcune frasi degli artisti stessi scritte sulle pareti, come: Londra ha cambiato la mia vita, di Idris Khan, o Londra è una città multiculturale, con differenti realtà e ciò è una caratteristica incredibilmente speciale di questa città, di Anish Kapoor. Didascalie o affettuosi tributi ad una città oggi molto all’avanguardia nel mondo dell’arte.
Sicuramente degne di menzione sono state le opere di David Hockney, realizzate su i-pad e i-phone e poi stampate in grandi dimensioni, le sculture di Anish Kapoor capaci di creare luoghi e dimensioni ad alta carica emotiva, le installazioni di Damien Hirst che realizza un vero e proprio studio medico affollato di farmaci, fino alle opere di Michael Craig-Martin che si ispirano alla più cruda attualità, ispirandosi al Covid e alla pandemia mondiale in corso e al lampadario di Mat Collishaw in frenetico e perpetuo movimento.
Insomma, le mostre a Palazzo Cipolla non deludono mai e, se avete perso questa splendida occasione di immergervi nel più attuale scenario creativo londinese degli ultimi anni, potete sempre restare in attesa del prossimo evento che certamente sarà rivolto ad indagare le tendenze e le manifestazioni più significative dell’arte contemporanea attuale.
Confermo, la mostra è stata molto interessante con alcune opere davvero stupende come quelle di Anish Kapoor, Idris Khan, Mat Collishaw. Il “poco ma buono” dell’arte contemporanea!